Arrivano i primi dati per il 2019 e non sono per nulla incoraggianti. Nei primi mesi dell’anno le nuove domande di mutuo sono infatti rallentate di quasi il 9%. Nel periodo gennaio-aprile, si evidenzia inoltre un calo del 5-6% nel primo trimestre anche delle erogazioni.
Dunque anche se i mutui sembrano essere molto convenienti non tutti possono accedervi perchè ci sono molte spese da sostenere. Il finanziamento copre solo 80% del valore del’immobile il resto è a carico del mutuatario. Le spese di agenzia, notarili e la tassazione possono incidere anche per il 10% del valore del bene. Servono dunque disponibilità in contanti immediate e sostanziose.
La risposta può essere l’affitto, come avviene nella maggior parte dei paesi europei, soprattutto quelli del nord, dove la casa di proprietà non è una fede come nel Bel Paese.
Ma fuori dai denti, cosa conviene di più al nostro portafoglio nel medio lungo periodo il mutuo o l’affitto? La prima scelta impegna a pagare le rate per quasi il resto della nostra vita, la seconda è meno vincolante, ma senza certezze.
Conviene di più il mutuo o l’affitto?
La risposta è che non esiste una vera risposta. O meglio, dipende dalle vostre possibilità ed esigenze personali.
Se, invece, si ha un lavoro precario, oppure un lavoro a tempo indeterminato ma che prevede lo spostamento negli anni in varie sedi aziendali nel paese allora potrebbe essere meglio l’affitto.
Ma vediamo qualche dato.
Se scelgo l’affitto?
Chi sceglie una casa in affitto sicuramente elimina il problema di dover corrispondere delle somme iniziali consistenti, che potrebbero essere impiegate diversamente, ad esempio investite in bot, fondi, etc.
Poi si può cercare, di volta in volta, una soluzione che sia commisurata alle proprie entrate. Cambiare casa o zona in caso di un miglioramento delle proprie condizioni economiche nell’immediato.
Si tagliando diverse spese che spettano al proprietario, dal punto di vista della tassazione, ad esempio, o della manutenzione straordinaria dell’immobile. La proroga del regime della cedolare secca anche per il 2019 garantisce la disponibilità di affitti a canone concordato e bloccato, vantaggiosi per l’inquilino ma anche per chi affitta, che può così beneficiare di un’aliquota ridotta al 10%.
Questo è, in effetti, il principale vantaggio fiscale di chi sceglie l’affitto. Significa che l’inquilino ha la certezza di quello che paga dall’inizio alla fine del contratto senza che il canone possa aumentare.
Il proprietario, infatti, ha una tassazione fissa al 10% sulla locazione di un’immobile destinato ad abitazione ma, in cambio, dovrà lasciare il canone fisso sull’importo stabilito dall’accordo tra le associazioni degli inquilini e dei proprietari.
Anche al proprietario di casa conviene la cedolare secca con canone concordato: se l’importo dell’affitto non fosse irremovibile, la tassazione sarebbe al 21% anziché al 10%.
Se si tratta di una locazione in cedolare secca, la detrazione 2019 è di:
- 495,80 euro per un reddito che non supera i 15.493,71 euro;
- 247,90 euro per un reddito tra 15.493,72 e 30.987,41 euro.
Per i contratti di affitto generici, la detrazione 2019 è di:
- 300 euro per un reddito che non supera i 15.493,71 euro;
- 150 euro per un reddito che non supera i 15.493,71 euro.
Se scelgo il mutuo?
Il mutuo è una soluzione che ci consente di avere diversi vantaggi ma anche tante spese. Nel dettaglio:
- Mediazione dell’agenzia immobiliare: il costo per un appartamento del genere varia tra 4 mila e 5 mila euro, oppure in percentuale sul costo dell’immobile.
- Notaio: per registrare atto di acquisto e atto di mutuo occorrono circa 5 mila euro;
- Imposta di registro: se è acquisti come prima casa è pari al 2% del valore dell’immobile, se è invece la tua seconda casa paghi il 9%.
- Altre spese (arredamento e ristrutturazione).
Sul mutuo, dal punto di vista fiscale si applica, ancora per quest’anno, la detrazione al 19% sugli interessi passivi per un tetto massimo di 4.000 euro. Per avere diritto alla detrazione è necessario che il richiedente sia titolare dell’immobile e del mutuo acceso per l’acquisto della prima casa.
Nel caso in cui si possegga una disponibilità economica, fare un mutuo per acquistare una casa che non deve essere abitazione principale consente di affittarla per pagare le rate del mutuo con i soldi dell’affitto.
Altro vantaggio è il Fondo di Garanzia sul mutuo per l’acquisto della prima casa. che copre il 50% dell’intero capitale per un massimo di 250 mila euro. Il beneficio riguarda chi non è proprietario di un altro immobile ad uso abitativo.
La casa che andrete ad acquistare nello specifico deve avere questi requisiti:
- trovarsi nel territorio nazionale;
- rientrare in una categoria catastale diversa da queste: A/1 (signorile), A/8 (villa) o A/9 (castello o palazzo di pregio artistico o storico). Non deve, quindi, essere o avere caratteristiche di lusso;
- avere una superficie maggiore di 95 metri quadri.
Inoltre potrete ottenere un tasso concorrenziale sul mutuo purchè i richiedenti siano:
- una coppia di cui almeno uno dei due abbia meno di 35 anni;
- una famiglia con un solo genitore e figli minorenni;
- un giovane under 35 con contratto di lavoro atipico.
Altro vantaggio, ma solo se risiedete nel sud Italia, è il mutuo a tasso zero, che non deve superare i 200mila euro e deve avere una durata inferiore ai 20 anni. La coppia richiedente deve avere 2 figli e pensare ad un terzo nell’anno seguente.
Lo Stato garantisce attraverso il Pacchetto Sud della manovra 2019, oltre al mutuo agevolato, anche un terreno agricolo in omaggio. Si tratta di un pezzo di terra di, proprietà dello Stato, dismessa o in stato di abbandono.
Il nostro consiglio, che tu acceda ad un mutuo o scelga di vivere in affitto, è quello di informarti sempre e di valutare correttamente i rischi ed i vantaggi commisurati alle tue capacità economiche attuali e prospettive di lavoro futuro.
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